Il whistleblowing è una procedura che consente di segnalare un presunto illecito all’interno di un ente pubblico o di un’azienda privata in modo sicuro e anonimo.
In Italia, il whistleblowing è disciplinato da marzo del 2023 dal Decreto Legislativo 24 che ha rafforzato la tutela verso i segnalatori e introdotto nuovi obblighi di legge.
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All’interno di questa pagina vedremo:
Cosa dice la normativa?
La pratica del whistleblowing è regolamentata in Italia dal Decreto Legislativo 24/2023 che rappresenta l’adeguamento italiano alla Direttiva Europea 1937/2019, anche conosciuta come direttiva whistleblower. La normativa crea un sistema robusto volto a tutelare coloro che espongono segnalazioni di illeciti aziendali (detti whistleblower), contribuendo a promuovere un ambiente più trasparente, etico e responsabile in ambito lavorativo e aziendale e a prevenire reati di corruzione, ambientali e amministrativi.
La normativa whistleblowing in breve
- A Marzo 2023 l’Italia ha recepito la direttiva europea 1937/2019 che regola il whistleblowing, ovvero la tutela di coloro che segnalano un illecito all’interno di un ente pubblico o privato.
- Il D.LGS 24/2023 impone dal 15 luglio 2023 alle aziende con più di 250 dipendenti di dotarsi di un canale di segnalazione sicuro per i whistleblower (coloro che denunciano)
- Dal 17 dicembre 2023 tutte le aziende sopra i 50 dipendenti, quelle che adottano il modello 231 e quelle operanti nei settori sensibili devono adottare per legge questo sistema di segnalazione.
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Il decreto introduce l’obbligo di istituire nelle organizzazioni e nelle aziende dei canali di segnalazione dedicati sicuri ed anonimi, che deve consentire al segnalante di:
- Inviare la segnalazione in forma anonima;
- Allegare eventuali documenti o prove a sostegno della segnalazione;
- Usufruire della corretta procedura di segnalazione;
- Ricevere notifica della presa in carico della sua segnalazione entro 7 giorni dall’invio;
- Ricevere una risposta entro 30 giorni;
- Poter integrare la propria segnalazione, sempre in forma anonima.
Il mancato e il non corretto adeguamento alle norme di legge comporta sanzioni fino a 50.000€ per l’azienda e di 6.000€ per i singoli individui coinvolti.
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Obbligo o facoltà?
La creazione di un sistema di segnalazione non è una semplice raccomandazione, la legge rende obbligatoria l'adozione di tali meccanismi sottolineando l'importanza di garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso dei diritti dei lavoratori e un sistema in grado di prevenire i reati. In quali casi è un obbligo? E in quali è facoltativa? Vediamolo insieme.
Nella normativa introdotta con il D.LGS 24/2023 agli obblighi di legge del whistleblowing si affiancano anche facoltà a discrezione delle aziende che introducono i canali di segnalazione. Prima di introdurre questo tema, però, è necessario capire chi è obbligato ad adeguarsi alla normativa.
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Quali sono i soggetti obbligati?
I soggetti obbligati dal Decreto Legislativo 24/2023 all'istituzione del canale interno di segnalazione sono:
- Le amministrazioni pubbliche;
- Enti privati, ad in particolare
- Aziende private con una media di lavoratori superiore ai 50 dipendenti
- Aziende private che operano in settori a rischio
- Aziende private che adottano il Modello 231
La legge prevede due diverse fasi di introduzione della normativa.
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Quando entra in vigore la legge?
Come scrivevo poco fa, il Decreto Legislativo 24/2023 prevede due fasi:
La legge sul whistlwblowing è ufficialmente entrata in vigore il 15 luglio 2023 e include l’obbligo di adeguamento per tutte le aziende private al di sopra di 250 dipendenti.
Per gli enti privati che hanno oltre 50 dipendenti invece l’entrata in vigore è il 17 dicembre 2023. L’obbligo si estende alle imprese che adottano il modello 231 e a coloro che operano in settori speciali, indipendentemente dal numero di lavoratori
Il canale di segnalazione digitale
Gli obblighi di legge della disciplina del whistleblowing impongono ai soggetti coinvolti l’introduzione di un canale di segnalazione sicuro per permettere ai segnalatori di inoltrare denunce di presunti illeciti commessi in azienda.
La legge suggerisce nel proprio testo l’uso dello strumento informatico: il canale digitale viene ritenuto da più parti l’unico in grado di poter garantire l’adeguamento ad ogni cavillo della legge, in quanto essa prevede molti aspetti tecnici o comunque di difficile applicazione con i canali tradizionali.
Il decreto 24/2023 è stato scritto a partire da una normativa europea che ha l’obiettivo di tutelare i segnalatori e portarli a fare denunce di presunte violazioni senza il timore di ritorsioni: la legge impone chiaramente di garantire l’anonimato del segnalatore, cosa possibile quasi esclusivamente con un sistema di crittografia digitale certificato.
Altri aspetti che fanno propendere per l’introduzione del canale digitale sono:
- la notifica dell’avvenuta presa in carico della segnalazione
- la possibilità che segnalatore e organo di controllo entrino in comunicazione (sempre mantenendo celata l’identità del whistleblower).
E’ difficile immaginare procedure aderenti alla legge che non passino da un software.
Per questa ragione, il canale digitale diventa di fatto l’unico strumento davvero in grado di assolvere gli obblighi di legge del whistleblowing.
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La piattaforma di Reler è certificata, semplice e sicura, e consente alle aziende di:
- Istituire un canale interno di segnalazione conforme alla normativa;
- Gestire le segnalazioni in modo sicuro e riservato;
- Rispettare tutti i termini previsti dalla normativa in tema di notifiche, anonimato e inoltro della segnalazione.
- Avere tutta documentazione prevista dalla legge compresa nel prezzo.
Vantaggi della piattaforma
La piattaforma di Reler offre vantaggi, tra cui:
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A seguito dell’approvazione del Decreto Legislativo 24/2023, l'istituzione di un canale di segnalazione diviene un obbligo per le aziende con almeno 50 dipendenti a partire dal 17 dicembre 2023. La piattaforma di Reler è una soluzione semplice e sicura che consente alle aziende di adempiere a questo obbligo in modo conforme alla normativa.
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