Cos'è il whistleblowing? La guida completa

Nel moderno panorama aziendale assicurarsi un ambiente di lavoro trasparente e onesto è essenziale per il successo a lungo termine dell’impresa stessa ma anche della comunità nella quale viviamo. Ci troviamo di fronte a una domanda chiave: che cos’è veramente il whistleblowing?

Definizione di whistleblowing

Se cerchiamo una definizione, possiamo dire che si tratta del processo attraverso il quale gli individui all'interno di un'organizzazione segnalano comportamenti non etici, illegali o pericolosi. Chi fa whistleblowing è spesso detto "whistleblower" e assume un ruolo di grande importanza nella società, poiché contribuisce a garantire la trasparenza, la responsabilità e l'etica nelle organizzazioni.

La loro azione non solo salvaguarda l'azienda da potenziali danni, ma promuove anche una cultura di integrità e responsabilità, migliorando quindi la vita dell’intera comunità.

Whistleblowing in Italia

In Italia, il fenomeno del whistleblowing ha attirato l'attenzione sia dei media che delle autorità regolatorie. La cultura del silenzio è stata messa in discussione dalla crescente necessità di trasparenza e responsabilità. L'Italia, per adeguarsi agli standard europei definiti dalla Direttiva Europea 1937/2019, ha implementato il D.LGS 24/2023 per proteggere i segnalatori e promuovere un'etica lavorativa trasparente. 

Questo impegno riflette l'importanza crescente della cultura del whistleblowing nel panorama aziendale italiano.

La normativa

Il whistleblowing, ovvero la segnalazione di illeciti nell'interesse pubblico, è un tema sempre più dibattuto in Italia. La legislazione italiana, in linea con le evoluzioni internazionali, ha adottato specifici obblighi di legge per proteggere i whistleblower.

Il Decreto Legislativo 24/2023 ha introdotto un sistema robusto e completo di protezione per i whistleblower in Italia, garantendo la conformità alle norme europee e contribuendo a promuovere un ambiente più trasparente, etico e responsabile.

Queste misure mirano a garantire l'anonimato del segnalatore e a difenderlo da ritorsioni e discriminazioni economiche, professionali e personali. Per le aziende, è vitale conoscere questi regolamenti e implementarli correttamente.

Quando è obbligatorio il whistleblowing?

Il whistleblowing non è un'opzione per molte aziende italiane: è un obbligo.

La normativa sul whistleblowing, introdotta dal Decreto Legislativo 24/2023, impone di istituire un canale interno di segnalazione a tutti i soggetti che operano nell'interesse pubblico, tra cui:

  • Le amministrazioni pubbliche
  • Gli enti privati che svolgono attività di interesse pubblico
  • Le aziende private con più di 50 dipendenti
  • Le aziende private che operano in settori a rischio
  • Le aziende private che hanno adottato il Modello 231

La legge prevede due fasi di introduzione della normativa:

  • La prima fase, iniziata il 15 luglio 2023, riguarda le amministrazioni pubbliche e gli enti privati con più di 250 dipendenti.
  • La seconda fase, che inizierà il 17 dicembre 2023, riguarda le aziende private con più di 50 dipendenti, quelle che adottano il modello 231 e quelle che operano nei settori a rischio

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Per le aziende pubbliche e quelle private con un numero di dipendenti pari o superiore a 50, sarà obbligatorio avere un sistema di whistleblowing. Questa norma mira a garantire che le irregolarità segnalate vengano esaminate correttamente, e che ci siano misure efficaci per proteggere chi fa la segnalazione.

Tipologie di canali di segnalazione

Il D.LGS 24/2023 stabilisce chiaramente i canali di segnalazione e obbliga le aziende oggetto della normativa a implementare efficacemente un sistema di whistleblowing ben definito, chiaro e sicuro. Esistono diverse tipologie di canali:

  • Canali interni: è fondamentale che le entità stabiliscano meccanismi interni di segnalazione, cosicché dipendenti e altri attori interni possano evidenziare anomalie o violazioni. Questi strumenti devono assicurare la completa riservatezza e l'anonimato del segnalatore, e mettere in atto misure per prevenire qualsiasi forma di rappresaglia.
  • Canali digitali: il D.LGS 24/2023 menziona, tra le opzioni interne, l'utilizzo di canali digitali. Le imprese sono tenute a fornire ai propri utenti strumenti digitali, come piattaforme e applicazioni, che siano robusti dal punto di vista della sicurezza e che garantiscano una comunicazione semplice e riservata tra segnalatore e organo di vigilanza, nel totale rispetto dell’anonimato del primo.
  • Canali esterni: secondo il decreto, è stimolata la comunicazione di irregolarità a entità esterne quali organismi pubblici o autorità di controllo. Nel contesto italiano, l'ente di riferimento per queste segnalazioni è l'ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione).
  • Canali pubblici: esistono situazioni particolari in cui una segnalazione viene portata all'attenzione del grande pubblico. Questo può accadere, per esempio, se il segnalatore ha tentato senza successo di comunicare l'anomalia tramite canali interni ed esterni, oppure quando è in gioco una minaccia immediata per il benessere collettivo.

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Cosa possono segnalare i whistleblower?

Il ruolo dei whistleblower è fondamentale nella moderna gestione aziendale. Essi agiscono come occhi e orecchie vigilanti, pronti a evidenziare possibili irregolarità o comportamenti non etici all'interno di un'organizzazione.

I whistleblower possono segnalare una vasta gamma di problematiche. Alcuni esempi sono:

  • Frodi o malversazioni finanziarie
  • Atto di corruzione o tangenti
  • Violazioni relative alla salute e sicurezza sul posto di lavoro
  • Abusi di potere
  • Reati ambientali
  • E molto altro, a patto che siano violazioni della legge o delle normative aziendali di carattere pubblico e non privato.

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Sanzioni

Le aziende che scelgono di ignorare o non implementare correttamente un sistema di whistleblowing si espongono a pesanti sanzioni. Non adeguarsi alle norme può comportare multe salate, che possono raggiungere fino a 50.000€. Un prezzo che nessuna azienda desidererebbe pagare, non solo in termini monetari, ma anche in termini di reputazione.

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